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MIssa Solemnis "In Gloria Dei"

 

Sunset I

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Gabriele Saro, talento irreprobabile e spirito libero. La sua vasta produzione lameggiante è la cifra di una personalità artistica che non si sottrae alla sfida incessante verso orizzonti parlanti… e nel 2017 conduce a compimento «MISSA SOLEMNIS “IN GLORIA DEI” FOR CHOIR, ORGAN AND ORCHESTRA»: opera trinùzia, dal momento che sposa l’ampio celebrativo, il lirico ed il severo. Incancellabile il mio approccio con il compositore quando presenziai all’esecuzione “dal vivo” dell’opera: Gabriele Saro, inspiegabilmente, mi obbligava da subito a ricercare punti di riferimento ai quali appigliarmi nel tentativo di classificarlo. Ma perché ero in questo stato di costrizione per la sua compositura sacrale? Dovetti necessariamente approfittare dell’esperienza perché mi assalisse il sovvenire: solo chi dà prova d’essere compositore raffinatissimo ti fa obbligo, inizialmente, di “questa ricerca”.

E così, abbandonando ciò che forse poteva essere mera curiosità, senza altro indugio, salutevolmente capitolando, gli riconobbi la sua squisita, accurata, fine identità. «MISSA SOLEMNIS “IN GLORIA DEI”…»… non solo il carattere “mediterraneo” della partitura ma anche la disposizione degli “elementi” che costituiscono la composizione, esaltano il rapporto con la religione, rapporto prorompente, balioso, prosperevole ed anche colmo di trepidanza… trepidazione al pari del Kyrie: “apertura” sommessa come se stesse nascendo da un indescrivibile cuore silenzioso della terra.

Freschezza e vivacezza nell’espressione vocale e nella tavolella timbrica dell’orchestra: pare un modello di regia da grande schermo, totalmente suasiva per qualsiasi riguardatore, dal più competente al più neofita. Gli “slittamenti” lenti struggono il cuore che è nel pieno rigoglio quando l’aura di antico lo attraversa; un’alba fervorosa ti scopre il petto quando l’armonia prende il sapore tardo-romantico schietto; un vento vulcanale ti attraversa quando il “testereccio” invade l’orchestra; il maestoso ti sferza, ti vivifica... note traboccanti d’ogni ricchezza che paiono in attesa del nostro stupore per balzarci dentro come sorgenti festose. Le voci, perfettamente adeguate ai loro ruoli ed alla scrittura virtuosistica di Saro, vanno a braccetto con la rigorosa attillatezza sonora: invero, il maestro Gabriele, disegna una lettura di grande potenza espressiva.

Non si può non prestare attenzione a due elementi robustosi e veraci nell’immaginativo saroiano: l’efficacia persuasiva e la visione feerica. L’interprete che si accingerà ad affrontare questo valore eterno di Saro, dovrà quindi cogliere ed evocare i di lui elementi forti ed autentici: se l’interprete crederà ai sentimenti di candidezza, elevazione e spiritualità che questa opera presuppone, degna di fiducia sarà anche la sua interpretazione. Gabriele Saro vive nel segno della comunicazione fluente con il pubblico di tutti i continenti.

CLAUDIO GARDENAL

Messe Semplici

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Titolo dell’opera: «“O Quam Gloriosum — Otto Messe Semplici»
Creatore: M° Gabriele Saro

… e così mi sono messo in ascolto delle sue «Otto Messe Semplici». A dirla giusta, avevo da un po’ rimuginato fra me e me: «“Semplici”… hm, un aggettivo impegnativo, pregno di significamento. Che cosa mi aspetta? La “semplicità” è una virtù eccezionale: di fatto è piuttosto rara. Essere semplice è cosa straordinaria!».
Riprendo l’argomento: «“O Quam Gloriosum — Otto Messe Semplici». Brano dopo brano, Gabriele Saro sbriglia la fantasia, l’immaginazione: cinquale dopo cinquale, la sua scrittura diventa un gesto luminoso di offerta. Flussi romantici, atmosfera intensa e… nostalgica. Sì, Gabriele, con le note che si distendono in un volo adorante, riesce ad insinuarci la nostalgia di orizzonti più vasti, mentre invece con la vivacità ed il fervore espressivo, ci fa capire che la donna in preghiera è “una condannata” alla nostalgia, che l’uomo in preghiera è “un condannato” alla nostalgia: avvertono l’avvilimento della propria situazione, della propria “ragionevolezza” e si slanciano verso un’avventura carica di fascino e di rischi. Tutto è amabile, ispirato, evocativo. Composizioni “autosufficienti” – intendo dire nient’affatto esornative – e rigorosamente costruite. Gentile alternanza di “pesi sonori”: “vuoti” e “pieni” che possono dare, lì per lì, un’impressione di scabrezza ma invece è proprio l’essenzialità commossa a donare bellezza scultorea e a dare alle linee la loro continuità. I movimenti lenti hanno toni incantevolmente lirici e scapricciata è l’invenzione melodica. Nulla è sopra le righe: come sempre, del resto, nella musica del cuore e della testa di Gabriele Saro.
Un’idea del tutto personale: opere come queste sarebbero un po’ sacrificate in studio mentre invece dal vivo, forza e freschezza rimangono intatte.
«“O Quam Gloriosum — Otto Messe Semplici» è un “lavoro” riferito esclusivamente a Dio ed alle sorelle ed ai fratelli e nulla, proprio nulla, rimane fuori da questi poli di attrazione. Non ci sono particelle, per quanto minuscole, che ruotano disordinatamente attorno ad altre orbite. La semplicità di Saro è, quindi, apertura all’alto e apertura all’altro.
«La Messa è finita: andate in pace!». Le «Messe Semplici» di Gabriele Saro invece dicono: «Andate, perché la Messa non è finita!». Ci si alza da Mensa e si attacca a lavorare: si porta fuori ciò che si è ricevuto, si porta fuori ciò che siamo diventate… si porta fuori ciò che siamo diventati.

Claudio Gardenal

Titolo dell’opera: “Eternal Light
Creatore: M° Gabriele Saro

Gabriele Saro si è sentito chiamato a recare il proprio, insostituibile, contributo di chiarità ed ecco che ci dona il flusso delle note raffinate, aggraziate, di “Eternal Light”… profili melodici di perfezione cantabile che galleggiano sull’alba che tocca il cuore. I cinque brani di Saro – brani senza un solo momento debole – avvolgono, avvincono: complice proprio la scrittura accurata e l’ininterrotta definizione degli spazi che tiene sotto controllo la materia sonora. La musica sacra saroiana è pregna di chiarezza che è sincerità: «… chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio»1. “Eternal Light” è un’opera che sfida il tempo: Gabriele Saro ha ben chiaro che l’appuntamento con Dio è sempre un mettersi in cammino, rimandando a “dopo” la rivelazione completa della strada. In altri termini: conosceremo la strada soltanto dopo… averla percorsa tutta, sino in fondo (o è un’avventura di fede o non è niente). Quindi, mi son detto, mettiti in cammino e… vedrai che cosa succederà.
Ave Maria…”… il cielo stesso rimane sbalordito: la terra diventa portatrice di Dio. Sì, la terra si alza verso il cielo ed il cielo incontra la terra: meditazione in “punta di… nota”. “Padre nostro…”… l’avvenimento sensazionale scaturisce in un “clima di complicità” tra Dio e una creatura «… piena di grazia…»2… “Oh Angelo Mio”, la pienezza della grazia di Dio ha raggiunto Maria nella sua povertà ed umiltà: viene abolita la separazione tra Dio e l’uomo, tra materia e spirito. Lei accoglie la parola di Dio e proprio in Lei, nel Suo terreno verginale, nel Suo grembo, si ristabilisce il rapporto di Amore tra creato ed il Creatore… “Oh Bambin, Mio Divin…”. Maria non è spettatrice, ma protagonista: Lei è davvero “Colei che fa l’aurora”… “Signor, Sei La Mia Luce…”… ma bisogna, per l’appunto, mettersi in cammino, spiare l’aurora, anticiparla, non… farsi svegliare dall’aurora.
Reputo Gabriele Saro incomparabile compositore: incredibilmente appassionato e prolifico.

Claudio Gardenal

Titolo dell’opera: “Mèsse Eucaristiche
Creatore: M° Gabriele Saro

“Messe Eucaristiche”… non molteplici “Mésse…” ma con riferimento “alla”, preposizione articolata femminile singolare, “Mèsse Eucaristiche” in lingua friulana: il Friuli è la materna terra dell’autore, il maestro Gabriele Saro.
Lo devo scrivere… con religiosa attenzione ed usando il punto esclamativo, ineludibile: quanto scorre bene! Scorre come una pregiosa mescolanza omogenea, colma di olio vivifico e perfettamente dosata. Siamo legati alla nostra lingua friulana, alle sue sofferenze storiche, e la convincente armonia vocale, maestrevolmente priva di affettazione, pare dirci che sull’altare ci sono “le nostre cose”, sono di tutti, senza eccezione… anche di chi non ha potuto mettere nulla.
Mèsse Eucaristiche” è stata realizzata dal maestro Saro nel centesimo anniversario della Fondazione Filologica Friulana e, non a caso, vive una incessante stagione di straordinaria possibilità e libertà esecutiva: voce ed organo; coro ed organo; coro, assemblea liturgica ed organo… sì, anche l’assemblea liturgica la può facilmente interpretare unitamente al coro o distintamente da esso.
Gabriele Saro, ricco di impulso creativo, che raggiunge vette di lucido abbandono e vertici di intuizione melodica, ci consegna quest’opera non per i nostri trasporti intimi, ma perché la “trasportiamo” alle altre creature.
Mèsse Eucaristiche” non va semplicemente ascoltata ma deve essere “vista” da tutti: possiede una irresistibile forza di gravità… verso l’alto!
Non molti musicisti eccezionalmente dotati hanno anche il dono di una scrittura così lieve: queste melodie trasparenti si agganciano alla quotidianità… la “Mèsse” finisce come azione liturgica e comincia come celebrazione della vita.

Claudio Gardenal

The Magic of Christmas

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Come vede la luce “The Magic Of Christmas”? L’istitutore hollywoodiano della “Music Interval Theory Academy” di Los Angeles, maestro preparato a trasmettere i doni della musica, decide di mettere radici anche a Vienna e, da lì, chiama Saro… “la tecnica compositiva” quindi chiama il maestro Gabriele Saro in quel di Vienna. Il “sì” dell’adesione è immediato: la musica è il suo mestiere naturale, ciò per cui si sente nato, e la di essa smisurata, profondissima faglia subacquea, con acqua purissima e riflessi voluttuosi, lo avvince… lo inghiotte senza posa. Gabriele rientra e prontamente si mette all’opera poiché un suo sogno ha trovato l’impatto con la realtà che cercava: la magia del Natale è giunta all’incontro sospirato con le sue possibilità. Realizzato il sogno, mi offre il ciddì dicendo: «Un dono al mondo». Dopo l’attento, minuzioso ascolto, posso e desidero dichiarare: «“The Magic Of Christmas”, di Gabriele Saro, è il dono essenziale della nostalgia al mondo moderno… nostalgia di qualcos’altro… nostalgia di un Altro». I dieci brani da lui rielaborati vivono di linee melodiche fluide e al di sopra del tempo, sorrette da arrangiamenti confidenziali, gentili, di una grazia pura, sottile. Da par suo, i tempi sono eleganti e prudenti. Occorre convincersi che la semplicità non è mai una cosa semplice: come nella vita, anche nell’arte i capolavori autentici sono all’insegna dell’armonia, della proporzione. In “The Magic Of Christmas” la semplicità di Saro è unità, è coerenza: soltanto le persone veramente grandi riescono ad essere semplici. Gabriele Saro è un uomo, un compositore, un artista che va diritto allo scopo, sa ciò che vuole ed il suo sguardo punta sempre all’essenza delle cose. Rifiutando la grande orchestra ha fatto sì che i sette strumenti e la coralità, leggera e diafana, si ascoltino, dialoghino, portino a noi il valore della purezza… o, per meglio dire, la beatitudine propria della trasparenza che è senz’altro quella della purezza di tutto l’essere: ossia la limpidezza, la trasparenza di tutta la persona che ha eliminato le scorie, le ombre, le opacità e diventa cristallo terso che riflette l’immagine autentica di Dio. Sorrido meditando: «Poiché ogni brano ha tinte chiare, luminose, frutto di precise scelte che rifuggono da ogni appesantimento ed inscurimento, il Natale di Gabriele Saro ci offre precisamente questa sorpresa inaudita: aspettavamo un giudice inesorabile… ed è arrivato un bambino…».

Claudio Gardenal